CONTRIBUTI DEGLI STUDENTI
TIROCINIO AL Collegio SAN GIUSEPPE
Ioana Diana Mirzan
“Ma si, cosa vuoi che faccia un’infermiera scolastica…metterà due cerotti”
Questo è ciò che pensano alcune persone sulla figura dell’infermiere pediatrico che lavora in un contesto scolastico. Durante i miei dieci giorni di tirocinio ho potuto vedere e lavorare come questa figura.
Grazie a Rita ho capito che essere infermiera pediatrica è molto di più che mettere un cerotto o medicare una ferita perché non ci si limita solo a fare delle procedure pratiche ma si crea un rapporto con il bambino/a o ragazzo/a che entra dalla porta dell’infermeria. Capita molto spesso che qualche studente venga dall’infermiera perché ha mal di pancia o mal di testa per cui da professionisti che siamo raccogliamo tutti i dati che ci possono aiutare a capire l’entità del disturbo e alla fine ci rendiamo conto che il bimbo o la bimba che abbiamo davanti non ha dei veri e propri sintomi clinici ma talvolta si tratta di disturbi psicosomatici dovuti a piccoli stati d’ansia, preoccupazioni o paure che con una semplice chiacchierata e con gentilezza e ascolto attivo possono svanire. Quel ragazzino o quella ragazzina che spesso entrano con un viso triste e spento, escono dall’ infermeria più rilassati e sereni.
In questi pochi giorni ho capito davvero l’importanza delle parole e del loro utilizzo come una vera e propria terapia.
Il Collegio San Giuseppe mi ha regalato molto in breve tempo: fin dal primo momento i bambini che ho incontrato e conosciuto non hanno mai esitato a parlare e a fidarsi di me soprattutto in quei momenti in cui si sono sentiti più fragili a causa del loro malessere e per questo sono molto grata a tutti loro, ai loro sorrisi e ai loro saluti per i corridoi della scuola.
L’opportunità che ho avuto di realizzare e presentare un progetto educativo su un tema come l’apparato riproduttore, la riproduzione e la gravidanza alle classi della 5° primaria per quanto fosse una tematica più difficile da affrontare ha rappresentato per me una sfida che è risultata essere superata alla grande (27 su 27 bollini verdi con lo smile) e che mi ha permesso di superare un po’ le mie paure facendomi sentire alla fine molto soddisfatta del lavoro che ho fatto.
L’esperienza di tirocinio al Collegio mi ha permesso di imparare molte cose, di crescere e di pensare a nuovi progetti futuri.
L’accoglienza che ho ricevuto dal personale, dai docenti, dai Fratelli, dal Direttore e da Rita è stata magnifica, mi sono sentita accolta e ben accetta.
Lascio un pezzo di cuore nel vostro Istituto, Grazie Collegio San Giuseppe!
Ma soprattutto un Grazie enorme va a Rita per tutti i suoi insegnamenti, per le sue sagge parole e perché mi ha permesso di esprimere le mie idee.
PROGETTO "OCCHIO AL PERICOLO"
VALENTINA COSTANZI
Con il progetto “occhio al pericolo”, rivolto alla classe 1^ della scuola primaria, abbiamo voluto affrontare il tema della prevenzione degli incidenti in ambito domestico e scolastico. Questo tema assume una rilevanza notevole nel periodo della prima infanzia; basti pensare che il 20% dei ricoveri ospedalieri, in età pediatrica, è dovuto a incidenti domestici, in gran parte prevedibili ed evitabili. A giocare un ruolo fondamentale nella prevenzione degli incidenti sono tanto i genitori quanto i bambini stessi. È sicuramente necessario che i genitori adottino comportamenti adeguati e misure di sicurezza valide, è però altrettanto doveroso e utile incoraggiare i bambini a essere consapevoli dei pericoli, affinchégradualmente imparino a proteggersi.
Per fare tutto ciò abbiamo parlato dei rischi più frequenti che corrono i bambini (ovvero rischio di cadute/traumatismi, ustioni, soffocamento, intossicazione e folgorazione) e come evitarli, svolgendo anche, insieme ai bambini, il gioco “trova il pericolo e associa il rischio” che li ha resi protagonisti nell'indagare i potenziali pericoli che si trovano a casa o in ambiente scolastico.
Successivamente abbiamo voluto parlare delle situazioni in cui si verifica, nonostante la prevenzione, un piccolo incidente (es. traumatismi minori durante il gioco o lo sport), con il fine di renderli più consapevoli, in merito a questi eventi, e maggiormente confidenti nel gestire la situazione; riducendo così il senso di paura che i più piccoli provano in questi frangenti. Recitando delle piccole scenette abbiamo insegnato loro cosa è giusto fare per prendersi cura di sé stessi o di un altro bambino in difficoltà; con interventi semplici, alla portata di tutti e attuabili in ogni contesto di vita quotidiana.
Alla fine del nostro intervento di educazione alla salute, abbiamo voluto premiare i “nostri piccoli detective del pericolo” con una medaglia per ringraziarli della loro spontanea ed entusiastica partecipazione.
Questa esperienza è stata per me molto emozionante e significativa: ho avuto l’opportunità di mettermi in gioco sotto tantissimi punti di vista e veder realizzato, nel concreto, un progetto che mi sta molto a cuore. Vorrei ringraziare ancora tutti i bambini che hanno partecipato a questo progetto, e la loro maestra, per la calorosa accoglienza e partecipazione. Un sentito ringraziamento va anche a tutti i Fratelli della comunità che mi hanno ospitata con grande generosità e hanno reso possibile la mia presenza all’interno del San Giuseppe. Ed in fine, un grazie speciale all'impareggiabile infermiera del collegio, Rita Arnò, nonché mia tutor durante il percorso di tirocinio. Grazie per avermi sostenuta ed incoraggiata in tutto e per tutto, mostrandomi grande fiducia; la ringrazio anche per tutti i consigli e i momenti di condivisione della propria esperienza personale e professionale che hanno arricchito moltissimo la mia esperienza universitaria.
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